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Campagna di organizzazione, di mobilitazione e di lotta per l’aumento delle pensioni minime operaie A € 1.250 mensili intassabili

    Dal 1992 i governi che si sono susseguiti nella gestione della politica statale hanno inasprito tutti, di qualsiasi colore e tendenza, i requisiti di accesso alla pensione, il carico contributivo, l’aumento dei limiti di età. Col 2018 per conseguire la pensione di vecchiaia sono necessari 66 anni e 7 mesi per donne e uomini del settore privato, dipendenti e autonomi. E con il 2019 ci vorranno 67 anni compiuti per accedere allo stesso trattamento di quiescenza per effetto del meccanismo truffaldino dell’aumento della speranza di vita che ha allungato l’età pensionabile di 5 mesi come se la condizione di vita di un operaio/a fosse identica a chi comanda o controlla lo sfruttamento della forza-lavoro. È un prosciugamento padronale degli ultimi sgoccioli di vita di lavoratori e lavoratrici.

    Il 2 febbraio scorso il ministro del lavoro ricattato (di nome Poletti) ha buttato un po’ di fumo negli occhi per rinsaldare il sistema previdenziale di rapina e di truffa, aggiungendo alle 11 categorie di lavori gravosi le ultime quattro prescelte di recente (operai siderurgici impegnati in attività di prima e seconda fusione e addetti al 

trattamento termico dei metalli; pescatori di alto mare; personale dei trasporti marini e delle acque interne; operai specializzati della zootecnia; nei cui confronti viene congelato l’adeguamento della speranza di vita tra il 2017 e il 2020.

Queste minime uscite flessibili dal mercato del lavoro sono permesse per illudere che sia possibile una politica del meno peggio.  È tutto il sistema previdenziale che va capovolto da cima a fondo.

  La Commissione Operaia di Rivoluzione Comunista, che si riunisce il lunedì sera alle 21 presso il circolo operaio Saverio Saltarelli in via Salvo D’Acquisto,9, invita i giovani, gli adulti, i pensionati, donne e uomini, a partecipare alla campagna di organizzazione di mobilitazione e di lotta per ottenere, prima di tutto, l’aumento delle pensioni minime operaie a € 1.250 mensili intassabili e la riduzione dell’età pensionabile a 57 anni per le donne e per gli addetti a lavori usuranti e a 60 per gli uomini. E a battersi stabilmente per acquisire in prospettiva le seguenti rivendicazioni:

1° - età pensionabile 55 per donne 57 per uomini con più di 30 anni di contrib

uti; 50 anni per lavori

       usuranti e non più di 25 anni di contributi;

2° - pensioni non inferiori al salario medio operaio con aggancio alla dinamica salariale;

3° - restituzione ai lavoratori/ci extracomunitari/e che lasciano l’Italia dei contributi versati

4° - separazione dell’assistenza dalla previdenza ed applicazione del principio di solidarietà per              

       tutti i proletari con pensioni rapportate al salario minimo garantito di € 1.250 mensili intassabli;

5° - abolizione dei coefficienti di revisione e di ogni altro meccanismo di riduzione delle pensioni;

6° - controllo operaio sui fondi INPS.

FORMARE I COMITATI DI PENSIONANDI E PENSIONATI IN OGNI ZONA STABILENDO COLLEGAMENTI RECIPROCI A LIVELLO TERRITORIALE